LA NOSTRA OLIVICOLTURA

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Il parco nel maggio 2002 Il parco nell'agosto 2005 Il parco nell'agosto 2006

        L'olivicoltura rappresenta una nostra attività fondamentale a livello formativo, culturale, ludico e produttivo. Le nostre olive più recenti sono state piantumate nel 1998 e 1999, all'incirca un migliaio, poi ne avevamo già una cinquantine del 1991 e le restanti quaranta sono tutte ultra centenarie, con alcune anche millenarie che conserviamo con cura scrupolosa, quali monumenti della memoria. Il sesto d'impianto è 6 metri x 5 e 7 metri x 6. Monte San Vito è "terra vocata all'olio d'oliva", come si legge nei cartelli stradali posti all'ingresso e all'uscita del territorio comunale, quindi meritava un oliveto d'eccellenza degno della sua fama. Nel nostro oliveto abbiamo riprodotto l'antica varietà tipica "Raggia di Monte San Vito", ottima sia da olio che da mensa  per oltre il 60% del totale e per la quasi totalità della restante parte, abbiamo piantato Frantoio e Leccino e riservando una quindicina di postazione a razze tipiche da mensa nazionali e spagnole.

    Oggi, agli inizi del 2007, momento in cui aggiorniamo questa pagina con foto più recenti, siamo lusingati di essere preferiti per stage formativi sulla potatura, gestione e raccolta delle olive da istituti e scuole di formazione a tutti i livelli.

qui vediamo una scolaresca che partecipa alla raccolta delle olive

qui vediamo un gruppo di allievi di uno dei primi corsi di potatura nel 2002

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    grazie all'impostazione degli alberi (impalcatura) sin dai momenti successivi della loro messa a dimora, con la chioma che inizia da terra.. Oggi questi sono ideali per mostrare alle scolaresche delle elementari la raccolta manuale, e persino meccanizzata con gli abbacchiatori pneumatici, raccolta che è presa per un gioco divertente; inoltre sono già alcuni anni che ospitiamo la giornata conclusiva del prestigioso corso regionale sulla potatura degli olivi con docenti di massima fama a livello nazionale, organizzato dall'ASSAM e dal Consorzio Marche Extravergina.

La mosca delle olive

    Per la missione culturale e formativa che ci siamo dati, e per la grave disinformazione esistente nell'argomento ci sentiamo chiamati a chiarirne il merito in modo esauriente.:   

    Da qualche anno, quando non si verifica il caldo ad agosto, il solleone da oltre 30 gradi, ma piuttosto giornate fresche e piovose, nel periodo della raccolta a novembre si hanno attacchi massicci di mosche sulle olive e conseguente cascame e quindi perdita del prodotto.

    La mosca delle olive (mosca olearia) è una mosca simile a quelle normali, solo un pò più piccola, che va a depositare le sue uova sulle drupe (chicchi) di olive, praticando con il suo pungiglione un microscopico foro sulla superficie. va chiarito che il foro che si vede nelle olive attaccate dalla mosca non è il foro di deposizione dell'uovo, tali fori infatti sono pressoché invisibili ad occhio nudo.

    L'uovo inoculato nella drupa diventa larva, un verme bianco di lunghezza 5/8 millimetri che dopo aver praticato gallerie all'interno della stessa drupa fuoriesce lasciando un foro ben visibile, quindi i fori che si vedono nelle olive attaccate dalla mosca olearia sono i fori d'uscita Ne consegue che la presenza di fori su una drupa non significa automaticamente la presenza di vermi all'interno della stessa drupa, ma provano proprio la loro uscita, ma indirettamente provano anche la presenza della mosca nel territorio e quindi la possibile presenza di altri vermi che ancora debbono uscire.

    Il verme o larva una volta uscito dalla drupa subisce una ulteriore evoluzione, si verifica quello che tecnicamente si chiama "lo sfarfallamento",  La larva è diventata una nuova mosca pronta a depositare altre uova nelle olive.

    Il ciclo vitale della mosca olearia tra ovo deposizione e sfarfallamento è di 18 giorni, e in periodi di attacco di mosca olearia un olivo è attaccato da milioni di mosche che si riproducono e si moltiplicano esponenzialmente a ritmi di 18 giorni. Quindi si dice che se in agosto fa molto caldo, oltre i 35 gradi, tutte le mosche presenti muoiono, l'infezione riparte da 0 e le generazioni di 18 giorni possibili tra agosto e novembre non consentono una presenza di mosca tale da fare significativi danni alle olive; se invece ad agosto fa fresco la presenza consistente della mosca già in quel periodo fa si che per novembre si raggiungano delle presenze altamente dannose.

il danno della mosca sul prodotto

    Va chiarito che se si frangono olive raccolte sugli alberi, con una giacenza nella casse areate massima di 48 ore, ai fini della qualità dell'olio non si ha alcuna differenza da analoghe olive non attaccate dalla mosca; questo perché l'estrazione dell'olio avviene per forza centrifuga, e le larve presenti nelle olive vanno con le masse più pesanti della stessa centrifugazione, cioè osso, sansa e acqua di vegetazione, mai con l'olio che è la massa più leggera in gioco. La mosca è in grado di fare danno a l'olio se si frangono olive cadute a terra magari da alcuni giorni; in questo caso il danno non dipende dalla presenza o meno dei vermi nelle olive, ma perché le olive a terra si sono inacidite e quindi compromettono anche l'olio.

    Per le olive da mensa è chiaro che per il buon senso comune la presenza di vermi all'interno delle olive sia alquanto repellente, tuttavia ove capiti di mangiare vermi cresciuti all'interno delle olive non c'è da correre a fare lavande gastriche, perché va considerato che:

Il verme, naturale evoluzione dell'uovo della mosca depositato con il pungiglione, ancora all'interno della drupa, è cresciuto cibandosi della polpa buona della drupa stessa, senza alcun apporto di infezioni dall0esterno, quindi sotto l'aspetto igienico è pulito.

La presenza del verme all'interno delle olive (o anche nell'altra frutta del parco) è prova di non tossicità del prodotto e di rinuncia all'uso di pesticidi da parte dell'agricoltore, come dettato dai disciplinari biologici.

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