Festa della trebbiatura d'epoca

Borghetto di Monte San Vito 

27 e 28 luglio 2002

    All'annuale festa della trebbiatura a Borghetto di Monte San Vito vengono messe in mostra le macchine agricole e i trattori che hanno operato nella prima metà del secolo scorso.
    A quei tempi la raccolta del grano avveniva in due fasi distinte; la mietitura e la trebbiatura; per la prima fase l'organizzazione della festa ci mostra una magnifica mietitrice detta anche mietilega di marca Laverda, che ha operato nelle nostre campagne tra la metà degli anni 50, e la metà degli anni 60; Era il perfezionamento della precedente falciatrice meccanica, alla quale era stato aggiunto un nastro trasportatore che convogliava il grano appena tagliato dalla barra falciante in un dispositivo che legava il grano in fasci detti covi.

mietitrice Laverda 

mietitrice davanti.JPG (18753 byte) mietitrice mietilega Laverda.JPG (19004 byte) legatore mietitrice Laverda.JPG (21933 byte)
foto di mietitrice Laverda vista dal davanti foto di mietitrice Laverda vista dal retro foto del legatore della mietitrice Laverda

    Ultimata la fase di mietitura il grano veniva lasciato alcuni giorni nei "cavalletti", appositi mucchi di grano in cui le teste erano inserite all'interno dello stesso mucchio, per non essere bagnate dalla pioggia; alcuni giorni prima della trebbiatura c'era una fase intermedia detta in dialetto locale "rdonare"; radunare il grano in un gigantesco mucchio a volte delle dimensioni di una piccola casa, chiamato "barcone" a cui con il grano veniva realizzato un tetto a due falde, con le teste del grano messe in modo che non fossero bagnate dalla pioggia; Il barcone veniva realizzato sull'aia in modo da non disperdere il seme di grano che cadeva senza passare all'interno della trebbiatrice. Il grano veniva trasportato con il "biroccio", tipico carro in legno, a trazione animale con cassone parimetrato da sponde; le sponde laterali avevano delle barre sporgenti sul davanti del carro; servivano per allungare il carico di grano fin sopra le vacche (animali da trazione usati dalle nostre parti). Il biroccio all'epoca era per i contadini di allora, come può essere per alcuni oggi la propria automobile; motivo di vanto e di orgoglio, per questo, come li vediamo nelle foto di seguito riportate erano così artisticamente dipinti.

biroccio marchigiano 1908.JPG (18543 byte) biroccio marchigiano 1908 di lato.JPG (18248 byte) biroccio marchigiano  1908 davanti.JPG (17718 byte) biroccio marchigiano 1952.JPG (20935 byte) biroccio marchigiano interno.JPG (18533 byte)
foto di biroccio marchigiano del 1908 foto di biroccio marchigiano del 1908 di lato foto di biroccio marchigiano del  1908 davanti foto di biroccio marchigiano del 1952 dipinto artisticamente foto di biroccio marchigiano al suo interno

    Una volta radunato, esistevano dei conto terzisti, che come oggi hanno le mietitrebbie, una volta (negli anni dal 1920 al 1960/65) avevano le trebbiatrici fisse; Erano delle macchine con struttura in legno e dispositivi operativi interni in metallo, che sfruttando lo scuotimento meccanico del grano che arrivava al loro interno, ed una ventilazione forzata, ugualmente realizzata al loro interno separava il grano dalla pula (involucro in paglia che avvolge il chicco di grano nella spiga), e dalla paglia vera e propria, rappresenta dal gambo della pianta di grano.

    Alla trebbia, nella trebbiatura degli anni 50/60 delle nostre parti erano collegate per mezzo di cinghie due nastri trasportatori, detti scale; c'era la scala della paglia e quella della pula; Durante la trebbiatura venivano realizzati per la paglia e la pula due distinti mucchi, detti pagliai; Erano mucchi circolari, alti a volte anche 15 metri sorretti da un midollo centrale in legno (in dialetto locale "medullo"). La paglia veniva posta nella stalla nella parte posteriore dell'animale, sulla quale cadeva i rifiuti organici dello stesso animale, mentre la pula veniva messa proprio sotto all'animale per costituire un giaciglio più confortevole.

    Qui riportiamo le foto di una trebbiatrice fissa degli anni 50/60; proposta dagli organizzatori della festa della trebbiatura, una delle ultime esistite, prima dell'avvento della mietitrebbia, perché è dotata di imboccatore; il dispositivo, una specie di nastro trasportatore o scala posta al di sopra della macchina, che trasporta i covi di grano dal "barcone" alla trebbiatrice; in precedenza questa operazione veniva fatta con passa mano dei covi (fatto anche con forche) dal barcone a sopra alla trebbiatrice); occorreva alcune persone in più; Va detto che per la trebbiatura anni 50 occorrevano dalle 10 alle 15 persone di fatica.

trebbia anni 50.JPG (17388 byte) trebbia anni 50 impostata.JPG (14700 byte) trebbia impostata davanti.JPG (14979 byte) trebbia impostata lato barcone.JPG (13807 byte)
trebbiatrice anni 50 con imboccatore trebbiatrice anni 50 impostata per la trebbiatura vista dal retro trebbiatrice anni 50 impostata per la trebbiatura vista dal davanti
sullo sfondo la nuova chiesa di Borghetto di prossima apertura
trebbiatrice anni 50 impostata per la trebbiatura vista dal lato "barcone"

    Negli anni 50, per la trazione ed il funzionamento delle trebbiatrice fisse, nella maggior parte dei casi, venivano usati i trattori a ruote "a testa calda"; L'organizzazione della festa, per il funzionamento della trebbiatrice sopra illustrata ha proposto questo glorioso Superlandini, del tipo con le ruote fuse in ghisa.

Superlandini.JPG (16097 byte)

Superlandini

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