oggi
nel parco sono giunti a
maturazione naturale
le pesche pelose
foto di pesco peloso rosso intero, aperto e sul ramo dell'albero
Le pesche pelose si distinguono dalle nettarine,
per quella specie di peluria che hanno sulla buccia, che si asporta facilmente
anche sfregandole negli abiti che si indossano, come fanno da sempre gli
agricoltori, ma la buccia del pesco con il pelo è buonissima anche da mangiare,
come quella delle nettarine, anzi si può dire che sia addirittura migliore, specie di
mattina presto con sopra quel bello strato di brezza (guazza) mattutina.
Come per le nettarine, le pesche pelose ne esistono a pasta
bianca e gialla, ed il parco ne dispone durante l'estate di entrambe le
varietà.
i fichi
foto di frutto di fico chiuso e aperto
Il parco ne dispone di un vecchio albero vicino alla casa agrituristica, quindi comodissima per chiunque arrivi, di varietà verdacchi, ma ne ha piantate una ventina, tutte certificate con passaporto europeo di diverse varietà classiche, messe in tre diversi angoli del parco in maniera da non far camminare molto chi ne voglia mangiare; (persone anziane, andicappati, ecc.)
le susine Shiro varietà goccia d'oro
Sono delle susine tonde dal diametro di circa 30 millimetri, di un colore d'orato, che all'apice della maturazione sono dolcissime e succosissime. L'origine della varietà è da vivaio, varietà catalogata e certificata in Europa dove ha trovato grande diffusione anche se la provenienza iniziale come tutte le susine tonde va attribuita ai paesi asiatici e del sol levante.
Foto di susino shiro goccia d'oro
foto di albero di susino shiro goccia d'oro pieno di frutta
le susine black
foto di susine black sui rami dell'albero
Questa è una varietà di susine eccezionale, assumono questa colorazione già da un mese prima della maturazione, e sono così belle che invitano ad essere raccolte, poi al tatto ci si accorge che sono ancora dure, quindi si deve attendere; poi quando si sentono al tatto che sono mature si raccolgono e sono buonissime; possono essere mangiate leggermente dure, con il coltello, come mele, oppure proprio mature addentandole direttamente e sono succose, veramente buone.
le susine dette cosce delle monache
foto delle susine coscia delle monache intere aperte e nel ramo dell'albero
Queste sono prodotte da un albero già di 25
anni a ridosso del campeggio, quindi molto comodo per i soggiornanti di
questo periodo; sono di dimensioni medie, la loro polpa è rossastra, succosa e
libera l'osso.
Questo albero è di
dimensioni notevoli con una produzione che supera da solo il quintale,
le pere coscia
foto di albero di pere coscia
foto di pere coscia nel ramo, intera e aperta
è una varietà di pere molto conosciuta sempre presente nella distribuzione commerciale, molto succosa e molto dolce, matura dalla metà di luglio e si trova fino ad agosto inoltrato.
le pere - mele Nijisseiki
foto di mela - pera Nijisseiki
Assoluta esclusiva, orgoglio del parco è la coltivazione di questa varietà di pera, che a vederla è una autentica mela verde di media dimensione, ma che i sapore è una buonissima pera. Il parco ne coltiva tre alberi con una produzione futura sufficiente a soddisfare la giusta curiosità dei suoi visitatori.
Il parco coltiva una trentina di alberi di pere, che quest'anno ci hanno fatto vedere per la prima volta i loro frutti, e proprio per la quantità esigua prodotta ci asteniamo per ora dalla descrizione, ma anche per le pere, come per altri tipi di frutti il parco sarà in grado di offrire le sue pere da luglio, (con le perelle di luglio) fino ad inverno (con le pere d'inverno) in fioritura proprio in questi giorni
LA SIEPE DI FRUTTA DI BOSCO
A ridosso della recinzione del parco per una
lunghezza di circa 800 metri sono state piantate un migliaio di piante di more
ibride senza spine, lamponi, ribes, ed uva spina, in tutte le varietà di
colore, calibro e maturazione disponibili sul mercato, tale da costituire per i
visitatori una gustosa passeggiata lungo del Fosso Malviano e il lago aziendale.
Oggi si possono trovare:
i lamponi Ruby rossi e bianchi rifiorenti
le foto seguenti sono del 2001 quando la siepe era piccola al primo anno di produzione
le more grosse nere sulla siepe senza spine
Una vera goduria raccoglierle e mangiarle, poiché le piante sono senza spini (ne abbiamo anche una varietà con qualche spino, che però è valsa la pena di avere), grosse e carnose; Le si può scegliere nelle piante più o meno mature; Quelle meno mature sono un pò amarognole, ma di un amaro che a qualcuno può piacere, fino ad arrivare a quelle nere nere che sono le più mature che sono anche dolcissime pur mantenendo sempre una certa durezza.
Vedute della siepe di frutta di bosco
foto della siepe di lamponi al 9 giugno 2002
foto della siepe senza spini di more al 9 giugno 2002
Come qui si può vedere la recinzione e la siepe sono state realizzate ad una distanza almeno di tre metri da Fosso Malviano, per permettere la manutenzione meccanizzata dello stesso fosso, ed anche per avere la distanza minima consentita dai confinanti non biologici; Pensavamo di poter contenere la siepe all'interno della recinzione, o comunque poter raccogliere tutti i frutti all'interno di essa, ma occorre andare pure al di fuori; Questo è possibile facilmente, perché ci sono numerosi cancelli apribili dall'interno; così cresce il gusto della scampagnata!
foto di una mora al 09/06/2002
foto di lamponi rossi e gialli al 09/06/2002
le giuggiole
foto di giuggiole di varietà normali (nella mano: drupa intera e drupa aperta)
Altro recupero dall'archivio dei ricordi
contadini di queste parti sono le giuggiole. Anche cinquanta anni fa non tutti i
contadini delle nostre parti riuscivano ad avere la pianta di giuggiole nel loro
frutteto familiare riservato, perché chi le aveva non cedeva molto
facilmente gli arbusti o le polze ai loro vicini. Gli alberi di giuggiole si
trovavano nei filoni, ma anche in luoghi nascosti e ben controllabili
vicino alle case coloniche. Le prime tre foto riguardano un albero di giuggiole di
circa venti anni ed il suo prodotto maturo. La varietà, anche se priva di alcuna certificazione è quella
più classica ed è di origine aziendale derivata da alberi da noi sempre
esistiti; Il frutto è a forma di drupa grande quanto quelle dell'oliva raggia
di Monte San Vito,
quando giungono a maturazione il loro colore passa da verde a marrone, come si
può ben vedere nella prima foto.
Il frutto buonissimo e la
descrizione del gusto riesce difficile; sarà difficile che a qualcuno non
piaccia, anche se sono pochi a conoscerlo, data la pressoché totale assenza dai
banchi della distribuzione commerciale. Questa è una prelibatezza che il parco
si onora di proporre alla pubblica goduria.
Su questo frutto il parco ha anche voluto strafare,
proponendo delle giuggiole a forma di pera, e di mela, ovviamente con
certificazione europea, provenienti da vivaio qualificato
con un clic nell'animazione seguente si accede all'antico ricettario rurale di Monte San Vito, che ci pregiamo pubblicare nel nostro sito, dove riportiamo la ricetta della vinificazione delle uve secondo il sistema consolidato nelle campagne di Monte San Vito, quella dell'aceto di vino, nonché l'antica ricetta contadina del brodo di giuggiole
Vogliamo fare un'unica considerazione di carattere generale sulla frutta raccolta e mangiata dall'albero; Durante il giorno, qualsiasi tipo di frutta attaccata all'albero assume due temperature diverse spesse volte apprezzabili anche al tatto. La faccia esposta al sole è più calda, quella all'ombra è più fredda; quella al sole in genere matura prima e di più della faccia dello stesso frutto in ombra, ma quello che in pochi conoscono o hanno avuto modo di apprezzare, è che la faccia più calda, mangiandola ha un diverso sapore di quella più fredda, perché i succhi interni della frutta nella parte più calda sono più liquidi e saporiti di quelli interni alla parte più fredda; fenomeno che scompare già alcuni minuti dopo la raccolta della frutta. Non è detto che sia più buona la frutta nella parte più calda, può accadere il contrario e comunque è tutto legato ai gusti personali di ognuno; Questa è un'esperienza che certamente hanno potuto fare in pochi, e che il parco è orgoglioso di proporre a tutti i suoi ospiti.
L'uva da tavola del Parco
l'uva Moscato
foto di grappolo e di tralcio d'uva Moscato
Nelle vicinanze dellarea riservata al campeggio c'è una vigna di circa 200 viti, di cui una cinquantina di buonissimo Moscato, che ancor prima di essere una pregiata uva da tavola è una pregiata uva da vino; infatti nei banchi della distribuzione commerciale non si troverà mai dell'uva moscato da consumarsi come uva da tavola. Il Parco proprio per la sua filosofia vuole proporre questa autentica goduria ai propri visitatori. L'origine di queste viti deriva proprio da vecchi filoni aziendali, in cui ve ne erano alcune le cui uve servivano per tagliare e caratterizzare il mosto prodotto dalle restanti uve bianche dell'epoca, Biancame dorato e Malvasia bianca. Quelle viti oggi presenti, facevano parte di una vecchia vigna di Verdicchio di circa mezzo ettaro non più produttiva e quindi estirpata; Le viti di Moscato, pur se anzianotte, sono state mantenute appositamente per dare la possibilità ai visitatori del parco di provare un'uva squisita proprio dalla vite.
le uve da vino del Parco:
Verdicchio,
Malvasia Bianca, Trebbiano e Biancame dorato
foto di uva Verdicchio in grappoli e tralci
L'uva Verdicchio si caratterizza per il colore verdastro da cui ne deriva il nome, per la compattezza dei suoi grappoli a chicchi medio piccoli; Il vino che ne deriva ha un caratteristico gusto amarognolo ed amabile allo stesso tempo. L'uva Verdicchio si presta molto bene per il taglio di mosti derivati da altre uve meno pregiate, ed è quello che fa il parco, per la sua limitata produzione di vino.
uva Malvasia Bianca
foto di uva Malvasia bianca in grappoli e tralci
Questa uva deriva da vitigno molto diffuso nella Vallesina, è produttiva e di qualità; fa dei grandi grappoli non molto compatti, quindi ha poco raspo e quindi una maggiore resa vinicola nella lavorazione in cantina.
uva Trebbiano
foto di uva Trebbiano in grappoli e in tralci
Dai grappoli grandi e compatti, con grandi chicchi è una classica uva bianca da produzione quantitativa e un po' meno qualitativa. è invitante anche a mangiarsi direttamente sulla vite.
uva Biancame dorato
foto di uva Biancame dorato in un tralcio
E' un uva a chicchi medio
piccoli collocati in grappoli poco compatti con pochissimo raspo; al momento
della maturazione assume un colore dorato. Produce del vino ottimo e di
gradazione
Questa era la classica uva dei filoni delle campagne di Monte
San Vito, oggi pressoché scomparsa, che non proviene da alcun vivaio, ma tramandata in azienda da viti
più vecchie, o da aziende vicine. Questa è un'altra operazione di recupero
di antichi frutti, scopo istitutivo del Parco, analoga a quella che lo stesso Parco
compie per l'oliva Raggia di Monte San Vito, peccato che
di viti di Biancame dorato il Parco ne dispone appena di una trentina; e non
potrà mai fare un'opera di divulgazione o valorizzazione adeguata.
In tutto l'anno sono disponibili le marmellate realizzate con la frutta di stagione, destinate oltre alla vendita ai nostri graditi visitatori e soggiornanti anche per realizzare crostate che vengono servite a quanti vengono per scampagnate ed acquisti insieme a del nostro vino bianco aziendale, il tutto all'insegna dell'antica ospitalità contadina.
oltre ai prodotti sopra descritti, sono sempre disponibili:
Il nostro olio d'oliva a prova di pane
a € 8,70 il chilogrammo o € 8,00 il litro
La nostra oliva
RAGGIA DI MONTE SAN VITO
da conservare in salamoia come da ricetta qui pubblicata
a € 2,50 il chilogrammo
IL NOSTRO PATE' DI OLIVE
in vasetti da cl 155
a € 2,00
Vasetto di contenuto netto gr. 190 |
€
2,00 |
Vasetto di contenuto netto gr. 280 |
€
2,50 |
Vasetto di contenuto netto gr. 380/450 |
€
3,00 |
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